27-09-2019

Una Giuria internazionale di esperti italo-francesi ha individuato le dieci “architetture” campione

La ristrutturazione di un antico fienile in Valle Stura, che ha consentito il recupero delle mura in pietra preesistenti; un intervento all’interno del centro storico di Forcalquier, selezionato per il modo con cui si rapporta con il contesto circostante; una contemporanea abitazione privata a Cigliè di nuova costruzione, che sperimenta tecnologie e uso del mattone; il complesso residenziale di Romette Gap, che ha dietro le spalle un’attenta riflessione sulla sostenibilità, a partire dall’ubicazione rispetto ai servizi fino alle disposizione degli spazi e alla condivisione degli ambienti fra le famiglie che abitano l’immobile.

E ancora: il recupero delle borgata Valliera di Castelmagno, completamente abbandonata e a poco a poco ristrutturata, a partire dai locali dedicati alla produzione del Castelmagno d’Alpeggio; il restauro del Lou Pourtoun, centro culturale della Borgata Sant’Antonio-Miribrart di Ostana, spazio culturale che segue i caratteri di una precisa tipologia architettonica diffusa nelle valli alpine del Sud; il recupero del piccolo centro di Paraloup, che in dieci anni ha restituito alla collettività uno spazio ricettivo e per eventi grazie al sostengo della Fondazione Nuto Revelli.

Infine “l’acino d’uva” che caratterizza l’intervento di ampliamento e ristrutturazione delle cantine Ceretto, per la capacità dell’architettura di mettere l’uomo al centro della natura, in dialogo con il paesaggio dei vigneti; la Maison du Bois di Meolans-Revel, iconica costruzione che (anche nelle modalità con cui è realizzata) è stata costruita per comunicare la filiera del legno; fino alla costruzione ex novo di una stalla a San Peyre, un edificio di uso comune, che in genere non coinvolge la figura di un progettista, e che in questo caso è stato al centro di una riflessione da parte dello studio Amun. Perché l’architettura a volte può essere “semplice” nel calcare il paesaggio che la circonda.

Sono queste le dieci architetture selezionate dal progetto Habit.A, come casi esemplari su scala transfrontaliera del cambiamento in atto, nel mondo della progettazione, per costruire o ristrutturare in ambito rurale e montano con un’attenzione spiccata ai cambiamenti climatici e socio-economici in atto. I dieci progetti, tutti realizzati nelle Alpi del Sud tra Francia e Italia, sono stati selezionati da una giuria di tecnici ed esperti italo-francesci, che si sono riuniti ieri a Cuneo, presso la sede dell’Ordine degli Architetti, e che per tutta la giornata hanno passato al vaglio la documentazione di ciascun intervento.

La mappatura di partenza conteneva oltre 80 casi contemporanei, individuati in parte mediante una ricerca bibliografica sul campo, redatta da un doppio gruppo di ricerca italiano e francese, e in parte raccolte con una chiamata diretta ai professionisti locali, invitati a partecipare al bando “Architetture responsabili” del 21 dicembre 2018.

L’attività fa parte della macro-azione IMMAGINARE. Le architetture sono state selezionate anche a partire dai criteri e dagli indicatori elaborati nell’ambito della macro-azione PROGETTARE per la valutazione del livello di adattamento e resilienza degli edifici ai cambiamenti climatici, che affrontano questioni come il rapporto con il sito, l’integrazione tra soluzioni architettoniche e costruttivo-tecnologiche, l’ambiente termico e la gestione dell’acqua. Le architetture stesse e gli elementi di innovazione che esprimono sono a loro volta diventati strumenti utili per affinare ulteriormente la definizione dei criteri e degli indicatori stessi, secondo un’azione circolare tra le macro-azioni portate avanti da Habit.A.

La Giuria era composta da (in ordine alfabetico):

  • Mariadonata Bancher, architetto, docente ed esperta dell’Agenzia per l’Energia Alto Adige-CasaClima (Bolzano/IT).

  • Elisabetta Castellano, architetto (Nice/FR) e consigliere dell’Ordre des Architectes Provence-Alpes-Cote d’Azur.

  • Samuel Chwalibog, architetto e socio dello studio KUB (Forcalquier/FR).

  • Roberto Colombero, consigliere del Comune di Canosio (Cuneo, Italia), membro della giunta di UNCEM Piemonte ed ex presidente dell’Unione Montana della Valle Maira (Cuneo/IT).

  • Agnès Pignatel, sindaco di Le Lauzet-Ubaye (Alpes de Haute Provence/FR).

  • Jean-Luc Rolland, architetto socio dello studio Atelier de la Rue Kleber SARL d’Architecture et d’Urbanisme (Marseille/FR).

  • Alberto Winterle, architetto socio dello studio Weber+Winterle Architetti (Trento/IT) e presidente dell’Associazione Architetti Arco Alpino.